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10 Mag 2013
Accolto il ricorso proposto dal Consorzio Terminal Rinfuse
Con ordinanza depositata ieri, che pubblichiamo di seguito, i giudici della sede di Lecce del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia hanno accolto il ricorso proposto dal Consorzio Terminal Rinfuse - Taranto (gruppo Italcave) contro Autorità Portuale Taranto, Regione Puglia, Comune di Taranto, Presidenza del Consiglio dei Ministri e ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico per l'annullamento di provvedimenti dell'authority portuale tarantina tra cui quello relativo all'annullamento della concessione demaniale rilasciata in via transitoria nei confronti del Consorzio Terminal Rinfuse limitatamente su un'area di circa 47mila metri quadri presso il Molo Polisettoriale di Taranto per una durata di 24 mesi e non anche di quattro anni così come richiesto dal ricorrente nonché - stabilisce l'ordinanza - l'annullamento, ove occorra, dell'“Accordo per lo sviluppo dei traffici containerizzati nel porto di Taranto e il superamento dello stato d'emergenza socio economico ambientale”, tra cui la riqualificazione del Molo Polisettoriale (che è stato sottoscritto il 26 aprile 2012 a Roma da governo, Regione Puglia, Comune, dalla Provincia e dall'Autorità Portuale di Taranto, Terminal Container Taranto - TCT, Sogesid e Ferrovie dello Stato Italiane), e del provvedimento con il quale il commissario straordinario del porto di Taranto ha provveduto ad avviare la procedura per la progettazione ed esecuzione dei lavori di riqualificazione del Molo Polisettoriale, area in concessione alla società terminalista TCT che è partecipata dal gruppo terminalista Hutchison Port Holdings (HPH) di Kong Kong e dal gruppo armatoriale Evergreen di Taipei.
Ricordiamo che al Molo Polisettoriale 1.500 dei 1.800 metri complessivi di banchina portuale sono gestiti dalla stessa TCT, mentre su 300 metri (Calata 5) opera il Consorzio Terminal Rinfuse, che in prossimità gestisce l'area di stoccaggio di circa 47mila metri quadri, al quale nel 1998 era stato consentito di usufruire di tali strutture in attesa dell'individuazione di un'altra area sulla quale trasferire il traffico delle rinfuse.
Il pronunciamento del TAR di Lecce rischia di bloccare gli investimenti per lo sviluppo del terminal per contenitori del porto di Taranto e i lavori per il potenziamento dell'impianto, tra cui il dragaggio dei fondali antistanti la banchina.
Fonte: INFORMARE